L’obbligo degli alimenti tra fratelli
La Cassazione chiarisce la portata dell’obbligo alimentare gravante tra fratelli
La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 1577/2019, fornisce lo spunto per chiarire se e quando sussista l’obbligo ex lege di prestare gli alimenti tra fratelli.
L’obbligo di fornire gli alimenti è disciplinato, in linea generale, dagli artt. 433 e ss. cod. civ.. Esso trova giustificazione nel particolare rapporto intercorrente tra l’obbligato ed il beneficiario, di solito caratterizzato da un vincolo di parentela o affinità, ma anche derivante da atti negoziali, ed in particolare da una pregressa donazione.
L’obbligo alimentare, in definitiva, trova il proprio fondamento in un dovere di solidarietà, derivante solitamente da vincoli di tipo familiare ma anche da atti di liberalità, in omaggio ai quali la legge ritiene doveroso che il donatario provveda a sostenere il donante, una volta che questi si trovi in difficoltà, o per meglio dire, in “stato di bisogno”.
Detto ciò, la legge, all’art. 433 del codice civile, prevede un preciso ordine tra gli obbligati, in forza del quale gli ultimi sono tenuti a provvedere solo in assenza degli obbligati in via prioritaria. I soggetti obbligati sono, più precisamente e nell’ordine:
– il coniuge;
– i figli, anche adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi;
– i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi; gli adottanti;
– i generi e le nuore;
– il suocero e la suocera;
– i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con prevalenza dei primi sui secondi.
A tali soggetti occorre poi aggiungere l’eventuale donatario (cioè il soggetto che abbia ricevuto una donazione dal soggetto in stato di bisogno), il quale è tenuto agli alimenti con precedenza su ogni altro obbligato, salvo che si sia trattato di donazione obnuziale o rimuneratoria, e in ogni caso nei limiti di quanto ricevuto e ancora presente nel suo patrimonio.
Orbene, alla luce di quanto illustrato, risulta evidente come un obbligo alimentare tra fratelli sussista senz’altro, ma esclusivamente in via residuale, vale a dire in assenza o incapacità degli obbligati in via prioritaria a provvedere in tal senso. I fratelli, infatti, sono espressamente contemplati dalla legge solo come ultimi soggetti tenuti a provvedere. Laddove, tuttavia, non vi fossero altri soggetti in grado di farsi carico dell’obbligazione alimentare, essa graverebbe su di loro.
In omaggio ai principi appena esposti, la Corte di Cassazione ha stabilito l’obbligo in capo ad un soggetto di prestare gli alimenti a favore della sorella al fine di consentirle di far fronte alle proprie necessità. E ciò, pur considerando che la stessa era percettrice di (seppur modesta) pensione INPS, atteso che la necessità di pagare un canone di locazione poneva la stessa proprio in quello “stato di bisogno” previsto dalla legge quale necessario presupposto per la sussistenza dell’obbligazione alimentare.
Avv. Nicola Sansone
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