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CHI PAGA I DEBITI EREDITARI?

La morte determina, di norma, la trasmissione in capo agli eredi di tutti i rapporti giuridici patrimoniali facenti capo al defunto (il cd. de cuius), ivi compresi i debiti ereditari. Gli eredi, infatti, in quanto successori a titolo universale, subentrano nella totalità dei rapporti giuridici patrimoniali del defunto, o in una loro quota astratta ideale (un terzo, un mezzo, ecc.). La successione degli eredi, pertanto, comprende tanto i rapporti attivi quanto quelli passivi. In prima battuta, in definitiva, deve concludersi che sono gli eredi a dover pagare i debiti ereditari. Ciò è confermato, d'altronde, dall'rt. 756 cod. civ., a norma del quale i...

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RIFORMA RESPONSABILITA’ MEDICA: NATURA E ONERE DELLA PROVA

E' di pochi mesi fa la riforma della disciplina in materia di responsabilità professionale degli esercenti professioni sanitarie ad opera della legge n. 24/2017. Prima di tale intervento, in assenza di una disciplina ad hoc, era stata la giurisprudenza a farsi carico della qualificazione del regime di responsabilità gravante sulle strutture sanitarie e sul personale medico da esse impiegato. Con la legge n. 24/2017 il legislatore ha preso espressamente posizione sulla materia, anche a causa del crescente contenzioso in materia di responsabilità medica con conseguenti ripercussioni negative sui costi a carico del servizio sanitario nazionale1. Premesso ciò, sul piano della responsabilità civile, la...

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CONVIVENZE DI FATTO: QUALI DIRITTI SUCCESSORI?

CONVIVENZE DI FATTO E DIRITTI SUCCESSORI La legge n. 76/2016 ha introdotto, accanto alle unioni civili tra persone dello stesso sesso, una disciplina dedicata alle “convivenze di fatto”, cioè quelle fra “persone maggiorenni unite da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un'unione civile”. Requisito indispensabile affinché si applichi la disciplina in oggetto è che la convivenza sia “stabile”, cioè non occasionale o meramente momentanea. La legge fa riferimento, per l'accertamento della stabilità, ad apposita dichiarazione anagrafica, fermo restando che questa deve essere accompagnata...

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ACQUISTO DI APPARTAMENTO: CHI PAGA GLI ONERI CONDOMINIALI?

Nell'ipotesi di acquisto di un appartamento sito in un condominio, chi paga gli oneri condominiali pendenti?E quelli immediatamente successivi alla compravendita? Al fine di dare una risposta al quesito, occorre distinguere fra rapporti interni (cioè fra venditore e compratore) ed esterni (cioè fra creditore e singoli condomini). RAPPORTI INTERNI Nel lato interno, alienante ed acquirente sono liberi di regolare i loro rapporti liberamente. Ciò sta a significare che essi potrebbero prevedere, ad esempio, che gli oneri condominiali maturati e non ancora corrisposti siano a carico dell'uno o dell'altro, senza vincoli di sorta. E' quanto mai opportuno, evidentemente, che tali accordi siano espressamente pattuiti...

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MARCHIO DELL’UNIONE EUROPEA: COS’E’ E QUANTO COSTA

Forse non sono in molti a sapere che l'Unione Europea mette a disposizione delle imprese di qualsiasi genere uno strumento, quello del marchio dell'Unione Europea, in grado di garantire protezione a livello comunitario a qualsiasi marchio che rispetti determinati requisiti, il tutto ad un costo piuttosto contenuto e mediante un procedimento unico. E' importante sottolineare come l'opportunità di registrare un marchio europeo dipenda dalla circostanza che si intenda commercializzare o meno determinati prodotti o servizi su scala comunitaria. Un marchio solo italiano, infatti, non consente di ricevere protezione, ad esempio, in Francia. Il marchio dell’Unione europea è un marchio registrato presso l’EUIPO...

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ACCORDI PREMATRIMONIALI: LE NOVITA’ NEL DISEGNO DI LEGGE

Il disegno di legge n. 2669, attualmente all'esame della commissione Giustizia della Camera, si propone di infrangere un tabù da sempre vigente nell'ordinamento giuridico italiano, quello dell'ammissibilità degli accordi prematrimoniali. Tali accordi, nei Paesi anglosassoni, nei quali sono nati e risultano assai diffusi, integrano autentici contratti conclusi prima del matrimonio con i quali i prossimi sposi regolamentano i reciproci diritti ed obblighi in vista di una possibile separazione o di un divorzio. Nell'ordinamento giuridico italiano essi sono sempre stati reputati inammissibili, sulla base, anzitutto, dell'art. 160 cod. civ., ai sensi del quale “Gli sposi non possono derogare né ai diritti né ai...

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DIVORZIO, CASSAZIONE: L’ASSEGNO NON DEVE GARANTIRE IL TENORE DI VITA PRECEDENTE

DIVORZIO, CASSAZIONE: L'ASSEGNO NON DEVE GARANTIRE IL TENORE DI VITA PRECEDENTEStorica pronuncia della Corte di Cassazione, la quale, con la sentenza n. 11504/2017, ribalta quasi trent'anni di consolidata giurisprudenza in materia di riconoscimento e quantificazione dell'assegno di divorzio. La sentenza in commento può essere sintetizzata come segue: l'assegno di divorzio, se ne sussistono i presupposti, deve garantire l'autosufficienza economica ma non lo stesso tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, come è invece stato sostenuto per lungo tempo. A partire, infatti, dalle storiche sentenze delle Sezioni Unite nn. 11490 e 11492 del 1990 (che intervennero a dirimere un contrasto preesistente), la...

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INTESTAZIONE DI BENI: DONAZIONE DIRETTA O INDIRETTA?

Nella prassi è assai frequente l'ipotesi del genitore che fornisce denaro al figlio al fine di consentirgli di acquistare un immobile. Spesso, anzi, è lo stesso genitore ad intervenire in atto e pagare in prima persona il prezzo. Orbene, la prassi in oggetto, che tipo di donazione realizza? Occorre chiarire, al riguardo, come l'iniziativa in questione possa configurarsi in diversi modi e determinare conseguenze giuridiche assai variegate sul piano ereditario. Di seguito si illustrano le possibili diverse ricostruzioni dell'operazione in commento alla luce della principale giurisprudenza sul punto. 1. DONAZIONE DIRETTA DEL DENARO1 La prima ipotesi che può verificarsi è quella della donazione diretta...

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IL PATTO DI NON CONCORRENZA

Uno degli accordi di più frequente ricorrenza nella prassi della contrattualistica d'impresa è il cd. patto di non concorrenza. Trattasi di pattuizione restrittiva del principio di libera iniziativa economica privata, riconosciuto dall'art. 41 della Costituzione, e pertanto ammissibile solo entro limiti ben precisi. In primo luogo, occorre precisare come il divieto di concorrenza integri un'obbligazione negativa, la cui prestazione è cioè costituita da un obbligo di “non fare”, di astenersi da una certa condotta. Tutte le obbligazioni di questo genere, nell'ordinamento italiano, presentano due caratteristicherelatività: con essa si intende che l'eventuale inadempimento dell'obbligazione può essere solo fonte di risarcimento del danno,...

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